Andare dallo psicologo rappresenta una scelta significativa, spesso dettata da un mix di motivazioni ideali, reali e resistenze personali o culturali. Ma perché le persone si rivolgono ad uno psicologo? Quali aspettative accompagnano questa decisione? E cosa ne ritarda spesso la realizzazione? In questo articolo esploreremo queste domande, con l’obiettivo di fornire una guida chiara e comprensibile.
Secondo recenti statistiche, oltre il 60% delle persone decide di rivolgersi a uno psicologo dopo un evento traumatico o un periodo di difficoltà emotiva. Tuttavia, la psicoterapia è molto più di una soluzione a problemi contingenti: è un percorso verso una maggiore consapevolezza di sé e una qualità di vita migliore.
La motivazione ideale: crescita personale e consapevolezza
La motivazione ideale per intraprendere un percorso psicologico è spesso legata alla ricerca di una maggiore consapevolezza di sé. L’obiettivo è migliorare la propria qualità di vita, comprendere i propri schemi comportamentali e affrontare i problemi con un approccio più costruttivo.
Questo tipo di motivazione è tipico di persone che vedono nella psicoterapia uno strumento di crescita personale, piuttosto che una semplice soluzione a un problema contingente. Si tratta di chi desidera sviluppare resilienza emotiva, potenziando le proprie capacità di affrontare le sfide della vita. Questo approccio è particolarmente comune tra chi ha già lavorato su sé stesso e vede la terapia come un mezzo per continuare il proprio sviluppo.
La motivazione reale: disagi e problemi concreti
Nella maggior parte dei casi, però, le persone si rivolgono a uno psicologo per affrontare situazioni di disagio specifiche. Ansia, depressione, stress lavorativo, conflitti relazionali o eventi traumatici sono alcune delle difficoltà che possono spingere qualcuno a cercare aiuto.
Molti iniziano la terapia con l’aspettativa di trovare soluzioni rapide o di sentirsi meglio immediatamente. Sebbene queste aspettative possano essere un motore iniziale potente, è fondamentale ricalibrarle durante il percorso.
La psicoterapia è un processo che richiede tempo, partecipazione attiva e la volontà di esplorare in profondità le proprie emozioni e vissuti.
La resistenza a rivolgersi ad uno psicologo
Nonostante i numerosi benefici della psicoterapia, molte persone esitano a rivolgersi a uno psicologo. Le resistenze possono essere di vario tipo:
- Pregiudizi culturali: L’idea che andare dallo psicologo sia “per i deboli” o rappresenti un fallimento personale è ancora diffusa in alcuni contesti sociali e culturali.
- Timore del giudizio: La paura di essere etichettati o di non essere compresi può bloccare molte persone, rendendo difficile aprirsi a un estraneo.
- Paura del cambiamento: Affrontare i propri nodi emotivi richiede coraggio e la disponibilità a mettersi in discussione. Per alcuni, il cambiamento è percepito come una minaccia all’identità o all’equilibrio attuale, anche se insoddisfacente.
- Barriere pratiche: Costi economici, mancanza di tempo o difficoltà logistiche sono ostacoli concreti che possono scoraggiare.
Queste resistenze, se non affrontate, possono perpetuare una situazione di sofferenza, impedendo l’accesso a strumenti utili per il proprio benessere.
Come superare le resistenze e trovare la motivazione giusta
Il primo passo per superare le resistenze è riconoscere che la sofferenza non deve essere affrontata da soli. Non offro soluzioni rapide, ma un percorso di crescita e supporto.
Accettare questa prospettiva permette di ridimensionare le aspettative iniziali e valorizzare il processo terapeutico come un’opportunità di cambiamento profondo.
Informarsi sulla psicoterapia è un altro passo cruciale. Conoscere come funziona un percorso psicologico e quali risultati si possono aspettare aiuta a ridurre paure e pregiudizi. Infine, condividere i propri dubbi con una persona di fiducia o con lo stesso psicologo in fase di consulenza iniziale può favorire una maggiore apertura.
Durante il primo colloquio, spesso chiedo: “Chi è lo psicologo fra me e lei?” La risposta istintiva è che lo psicologo sono io. In realtà, faccio comprendere che il mio ruolo è aiutare la persona a diventare il miglior psicologo di sé stessa. Nessuno può comprendere profondamente un individuo meglio di quanto lui stesso possa fare, con i propri tempi, modalità e difficoltà. È il paziente che può rompere un equilibrio, sebbene faticoso, per trovarne uno più funzionale.
Conclusioni: il valore del chiedere aiuto
Decidere di andare dallo psicologo non significa ammettere una debolezza, ma investire nel proprio benessere. Sia che le motivazioni iniziali siano ideali o legate a un problema concreto, il percorso psicologico può trasformarsi in un’opportunità unica per scoprire nuove risorse e migliorare la propria vita. Chiedere aiuto è un atto di coraggio e di rispetto verso sé stessi. Significa riconoscere il valore della propria salute mentale e decidere di prendersene cura, nonostante le difficoltà iniziali. Rivolgersi a uno psicologo è il primo passo di un percorso che può condurre verso una maggiore consapevolezza, equilibrio e serenità.